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701
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Durante quale conferenza vennero definiti nuovi confini geopolitici dopo la prima guerra mondiale
La conferenza di pace di Parigi del 1919 fu una riunione internazionale, che vide i paesi usciti vincitori dalla prima guerra mondiale, impegnati nel delineare una nuova situazione geopolitica in Europa e stilare i trattati di pace con le Potenze Centrali uscite sconfitte dalla guerra. La conferenza si aprì il 18 gennaio 1919 e durò fino al 21 gennaio 1920, con alcuni intervalli.
702
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Durante quale guerra mondiale avvenne la Conferenza di Jalta
1945 – Seconda guerra mondiale: si conclude la Conferenza di Jalta
703
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Durante quale guerra mondiale avvenne la Conferenza di Jalta
La conferenza di Jalta fu un vertice tenutosi nel febbraio 1945 presso Livadija (3 km a ovest di Jalta), in Crimea, durante la Seconda guerra mondiale, nel quale i capi politici dei tre principali paesi Alleati presero alcune decisioni importanti sul proseguimento del conflitto, sull'assetto futuro della Polonia, e sull'istituzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
704
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Durante quale guerra mondiale avvenne la Conferenza di Jalta
La conferenza di Jalta è il nome di un vertice tenutosi presso Livadija (3 km a ovest di Jalta), in Crimea, durante la Seconda guerra mondiale, nel quale i capi politici dei tre principali paesi Alleati presero alcune decisioni importanti sul proseguimento del conflitto, sull'assetto futuro della Polonia, e sull'istituzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
705
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Durante quale guerra mondiale avvenne la Conferenza di Jalta
1945 La conferenza di Jalta e la conferenza di Potsdam vedono Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito, le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, gettare le basi per il nuovo equilibrio politico e territoriale.
706
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Durante quale guerra mondiale avvenne la Conferenza di Jalta
Scritto da Italo Alighiero Chiusano e diretto da Paolo Gazzara e Massimo Sani, costituiva una drammatizzazione televisiva degli eventi che portarono alla conferenza di Jalta, tenutasi nel febbraio 1945 che vide riuniti i paesi Alleati della seconda guerra mondiale.
707
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Durante quale guerra mondiale avvenne la Conferenza di Jalta
Durante gli incontri della conferenza di Teheran (1943), della conferenza di Jalta (1945) e della conferenza di Potsdam (1945), le tre principali potenze del tempo di guerra Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito, si accordarono sul metodo per punire i responsabili dei crimini di guerra commessi durante la seconda guerra mondiale. Anche la Francia riuscì a guadagnarsi un posto all'interno del tribunale. Oltre 200 tedeschi imputati di crimini di guerra vennero processati a Norimberga, mentre altri 1.600 attraverso i tradizionali canali della giustizia militare.
708
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Fin dove avanzò l'esercito italiano durante la battaglia di Vittorio Veneto
La battaglia di Vittorio Veneto fu caratterizzata da una fase iniziale duramente combattuta durante la quale l'esercito austro-ungarico fu ancora in grado di opporre valida resistenza sia sul Piave che nel settore del Monte Grappa, a cui seguì un improvviso e irreversibile crollo della difesa, con la progressiva disgregazione dei reparti e defezioni tra le minoranze nazionali, che favorirono la rapida avanzata finale dell'esercito italiano fino a Trento e Trieste.
709
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Fin dove si estese l'influenza italiana in Somalia nel giugno del 1925
La prima penetrazione italiana in Somalia fu stabilita nel sud del paese africano tra il 1889 e il 1890 come protettorato. Fu dichiarata colonia nel 1905. Nel giugno 1925 la sfera di influenza italiana venne estesa fino ai territori dell'Oltregiuba e le isole Giuba, fino ad allora parte del Kenya inglese e cedute come ricompensa per l'entrata in guerra a fianco degli Alleati durante la prima guerra mondiale.
710
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Fin dove si estese l'influenza italiana in Somalia nel giugno del 1925
La prima colonia italiana fu stabilita nel sud della Somalia tra il 1889 e il 1890, inizialmente come protettorato. Nel giugno 1925 la sfera di influenza italiana venne estesa fino ai territori dell'Oltregiuba e le Isole Giuba, fino ad allora parte del Kenya inglese e cedute come ricompensa per l'entrata in guerra a fianco degli Alleati durante la prima guerra mondiale.
711
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Fin dove si estese l'influenza italiana in Somalia nel giugno del 1925
La prima colonia italiana fu stabilita nel sud della Somalia tra il 1889 e il 1890, inizialmente come protettorato. Nel giugno 1925 la sfera di influenza italiana venne estesa fino ai territori dell'Oltregiuba e alle Isole Giuba, fino ad allora parte del Kenya inglese e cedute come ricompensa per l'entrata in guerra a fianco degli Alleati durante la prima guerra mondiale. Negli anni venti e trenta si ebbe l'insediamento di numerosi coloni italiani a Mogadiscio e nelle aree agricole come Villabruzzi, con notevole sviluppo della colonia. Dopo l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale (10 giugno 1940), nell'agosto 1940 le truppe italiane occuparono la Somalia britannica (Somaliland), che fu amministrativamente incorporata nella Somalia italiana[senza fonte]. Nei primi mesi del 1941 le truppe inglesi occuparono tutta la Somalia italiana e riconquistarono anche il Somaliland. Dopo l'invasione da parte delle truppe alleate nella seconda guerra mondiale la Somalia Italiana fu consegnata all'Italia in amministrazione fiduciaria decennale nel 1950.
712
Storia italiana della prima metà del XX secolo
A chi si opposero le potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale
L'espressione potenze dell'Asse, o semplicemente Asse, è usata per indicare l'insieme delle nazioni che parteciparono alla seconda guerra mondiale in opposizione agli Alleati.
713
Storia italiana della prima metà del XX secolo
A chi si opposero le potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale
La seconda guerra mondiale fu il conflitto armato che tra il 1939 e il 1945 vide contrapporsi da un lato le potenze dell'Asse e dall'altro i paesi Alleati. Viene definito "mondiale" in quanto, così come già accaduto per la Grande Guerra, vi parteciparono nazioni di tutti i continenti e le operazioni belliche interessarono gran parte del pianeta.
714
Storia italiana della prima metà del XX secolo
A chi si opposero le potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale
Con alleati della seconda guerra mondiale (spesso semplicemente Alleati) si indicano quei paesi che si coalizzarono contro le Potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale.
715
Storia italiana della prima metà del XX secolo
A chi si opposero le potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale
Asse è un termine che può essere usato per indicare un'alleanza tra nazioni. Un esempio storico sono le Potenze dell'Asse della seconda guerra mondiale, contro cui combatterono gli Alleati. Nel 2002 George W. Bush rese popolare il termine controverso di Asse del Male.
716
Storia italiana della prima metà del XX secolo
A chi si opposero le potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale
Operazione Shingle, operazione militare organizzata dagli eserciti alleati contro le forze dell'asse nella zona di Anzio e di Nettuno, durante la campagna d'Italia, nella seconda guerra mondiale.
717
Storia italiana della prima metà del XX secolo
A chi si opposero le potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale
La Oorlogskruis 1939–1945 ("Croce di guerra 1939-1945") è una medaglia belga creata il 26 settembre 1939 in concomitanza con quella francese per onorare quanti, assieme agli alleati, avessero combattuto contro le potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale. Essa si rifaceva nel disegno alla Croix de guerre del 1914-1918 ed in generale alla croce di guerra francese.
718
Storia italiana della prima metà del XX secolo
A chi si opposero le potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale
La Croix de guerre 1939–1945 ("Croce di guerra 1939-1945") è una medaglia francese creata il 26 settembre 1939 per onorare quanti, assieme agli alleati, avessero combattuto contro le potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale. Essa si rifaceva nel disegno alla Croix de guerre del 1914-1918.
719
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Che cosa fece il Regio Esercito nel 1942 per annientare i gruppi partigiani in Albania
Nel 1942 il Regio Esercito diede vita ad una vasta campagna di operazioni militari di rastrellamento e normalizzazione del territorio che si distese per 27 regioni dell'Albania con lo scopo di distruggere i gruppi partigiani organizzati, Cete, che operavano nella zona.
720
Storia italiana della prima metà del XX secolo
Gli irredentisti italiani furono interventisti o neutralisti rispetto alla prima guerra mondiale
Gli irredentisti furono alla testa della campagna interventista a favore dell'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale e del conseguimento dei confini naturali (inevitabilmente trovandosi nelle più diverse zone del territorio nazionale, anche non necessariamente presso i confini, comunità allogene e alloglotte); tuttavia alla fine del conflitto molti fra loro abbandonarono il principio dell'autodeterminazione e condivisero la richiesta di una definizione dei nuovi confini anche in base all'eredità storica (soprattutto con riferimento alla Dalmazia, prevalentemente slava nelle zone rurali e nell'interno e con limitate comunità italofone nelle principali città costiere e nelle isole antistanti), al criterio degli interessi economici e alle esigenze di difesa militare. Emerse quindi una forte contraddizione con i principi originari dell'irredentismo.
721
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In base a quale principio non venne assegnata la Dalmazia all'Italia
L'insoddisfazione nasceva per la constatazione che l'Italia avrebbe dovuto rinunciare ad alcune delle terre promesse nel Patto di Londra (segnatamente, la Dalmazia settentrionale) in base al "principio di nazionalità" invocato nei Quattordici punti di Wilson, ma contemporaneamente non avrebbe avuto la città di Fiume, non compresa fra le ricompense promesse all'Italia dall'Intesa nel 1915, ma abitata da oltre 25 mila italiani. A questo si aggiungeva la situazione nebulosa delle pretese italiane in Anatolia (a fronte dei massicci guadagni territoriali franco-britannici in Medio Oriente), la negazione di compensi coloniali in Africa, risolta solo dopo molti anni, e la risistemazione dell'Adriatico meridionale ai danni dell'Italia, con l'assegnazione arbitraria del Montenegro al nuovo Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni e l'appoggio alle istanze albanesi di distacco dal protettorato imposto dall'Italia sul paese. Il leitmotiv della vittoria mutilata divenne allora uno dei principali temi di propaganda e rivendicazione del fascismo, che se ne servì per accusare i deboli governi postbellici e gli altri partiti di aver indebolito il paese e diffuso fra i lavoratori l'opinione che i diritti dell'Italia non fossero degni di adeguata difesa.
722
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In base a quale principio non venne assegnata la Dalmazia all'Italia
La questione dei confini fu infine risolta coi trattati di Saint Germain e di Rapallo. L'Italia ottenne solo parte di ciò che le era stato promesso dal patto segreto di Londra. In base al ''principio di nazionalità'', sostenuta dalla dottrina Wilson, le fu negata la Dalmazia (dove ottenne solo la città di Zara ed alcune isole).
723
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In base a quale trattato la Gran Bretagna chiese di rispettare la neutralità del Belgio nel 1914
La Gran Bretagna non era vincolata alla Francia da nessun trattato di alleanza ma solo dall'Entente cordiale; con il Belgio invece esisteva, ratificato nel 1839 da varie potenze europee, il trattato dei XXIV articoli che ne garantiva la neutralità e la protezione in caso di attacco, e in virtù di questo il 31 luglio 1914 il governo di Londra chiese a Francia e Germania di rispettare la neutralità del piccolo Stato. La Francia si impegnò a farlo, la Germania tacque.
724
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In base a quale trattato la Gran Bretagna chiese di rispettare la neutralità del Belgio nel 1914
Il riferimento del comunicato belga era al trattato dei XVIII articoli del 26 giugno 1831 che imponeva al Belgio la "perpetua neutralità" garantita dalle grandi potenze. L'impegno alla neutralità belga fu poi confermato il 14 ottobre con il trattato dei XXIV articoli che fu ratificato il 19 aprile 1839. Il 2 agosto 1914 quel trattato era ancora in vigore ..
725
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In base a quale trattato la Gran Bretagna chiese di rispettare la neutralità del Belgio nel 1914
La Gran Bretagna non era vincolata alla Francia da nessun trattato di alleanza ma solo dall'Entente cordialeFirmata nel 1904 allo scopo di dirimere le annose questioni per l'Egitto e il Marocco, l'"Intesa cordiale" definì tra Francia e Gran Bretagna il reciproco riconoscimento di sfere d'influenza coloniale. Vedi: .; con il Belgio invece esisteva, ratificato nel 1839 da varie potenze europee, il trattato dei XXIV articoli che ne garantiva la neutralità e la protezione in caso di attacco ., e in virtù di questo il 31 luglio 1914 il governo di Londra chiese a Francia e Germania di rispettare la neutralità del piccolo Stato. La Francia si impegnò a farlo, la Germania tacque.
726
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne la marcia su Roma
Alla vigilia della marcia su Roma (ottobre 1922), Badoglio fu consultato dal Sovrano sulla gravità della situazione. Il generale piemontese sostenne che la dimostrazione si sarebbe dispersa al primo colpo di arma da fuoco, e chiese poteri straordinari (che però non gli vennero concessi) per ristabilire la situazione.
727
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne la marcia su Roma
Nel dicembre 1920 il fascismo apriva in città un suo giornale, Il popolo di Trieste che iniziò a propagare l'idea che il crollo del decrepito e anacronistico Impero austro-ungarico offriva finalmente la possibilità, ai triestini e ai giuliani in generale, di svolgere una funzione importante nell'Adriatico e nei Balcani, in chiave imperialista. Sensibili a tale richiamo furono «industriali in pericolo, borghesi dall'avvenire incerto, ufficiali smobilitati, studenti inquieti, popolani ambiziosi» Le elezioni del 1921 videro a Trieste una notevole affermazione della coalizione fascista (il Blocco italiano) che ottenne circa il 45% dei voti totali. Non c'è pertanto da stupirsi se, all'indomani della marcia su Roma (28 ottobre 1922) l'occupazione di alcuni edifici pubblici della città da parte degli squadristi locali, capitanati da Francesco Giunta, avvenne con il beneplacito delle autorità. Qualche giorno più tardi sfilò per le vie di Trieste un corteo di fascisti, accompagnati da un reparto di "cavalleria fascista". Era iniziato, anche per la città giuliana, il ventennio nero. A seguito delle fiamme seguirono varie esplosioni, probabilmente dovute a un deposito di armi presente nel Balkan.
728
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne la marcia su Roma
1922 – Marcia su Roma di Mussolini
729
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne la marcia su Roma
Le squadre, che, a detta di Mussolini, giunsero a raccogliere 300.000 aderenti, fornirono il nerbo della forza eversiva con la quale, il 28 ottobre 1922 il Fascismo marciò su Roma convincendo il sovrano Vittorio Emanuele III a consegnare le redini del governo.
730
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne la marcia su Roma
Tra il 27 e il 31 ottobre 1922, la " rivoluzione fascista " ebbe il suo culmine con la " marcia su Roma ", opera di gruppi di camicie nere provenienti da diverse zone d'Italia e guidate dai "quadrumviri" ( Italo Balbo , Cesare Maria De Vecchi , Emilio De Bono e Michele Bianchi ). Il loro numero non è mai stato stabilito con certezza; tuttavia, a seconda della fonte di riferimento, la cifra considerata oscilla tra le 30.000 e le 300.000 persone. senza;fonte
731
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne la marcia su Roma
Dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, Mussolini, che era stato eletto parlamentare l'anno precedente insieme ad altri esponenti fascisti, fu incaricato dal re Vittorio Emanuele III di formare un nuovo governo sostenuto da una maggioranza composta anche dal Partito Popolare Italiano e da altri gruppi di estrazione liberale. Il 15 dicembre 1922 fu costituito il Gran Consiglio del Fascismo, organo supremo del Partito Nazionale Fascista, che tenne la sua prima seduta il 12 gennaio 1923.
732
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne la marcia su Roma
Marcia su Roma (Italia, 1922, attuato)
733
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne la marcia su Roma
Il 28 ottobre 1922 partecipa alla marcia su Roma.
734
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne la marcia su Roma
La Marcia su Roma (circa 1922)
735
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne lo sciopero delle lancette
Nel marzo 1920 scoppiarono importanti scioperi, in particolare, presso la Fiat di Torino, il cosiddetto sciopero delle lancette, cosiddetto per l'episodio che diede origine alla vertenza. Gli operai di Torino della FIAT avevano chiesto alla direzione dello stabilimento, in concomitanza con l'entrata in vigore dell'ora legale, di posticipare di un'ora l'ingresso al lavoro. Dopo il diniego da parte della proprietà, la Commissione interna dell'officina Industrie Metallurgiche aveva proceduto, di sua iniziativa, a spostare di un'ora indietro l'orologio della fabbrica. In seguito a ciò, la direzione licenziò tre membri della Commissione interna; gli operai risposero con uno sciopero di solidarietà che, il 29 marzo 1920, coinvolse tutte le officine metallurgiche di Torino ed al quale gli industriali risposero a loro volta con una serrata, pretendendo, come condizione per riprendere il lavoro negli stabilimenti, che venissero sciolti i Consigli di fabbrica. Lo sciopero generale, indetto alla metà di aprile, coinvolse circa 120.000 lavoratori di Torino e provincia. Tuttavia, tanto la direzione nazionale della CGdL quanto quella del Partito socialista si rifiutarono di dare il loro appoggio al movimento torinese, né vollero estendere la vertenza al resto d'Italia mediante la proclamazione di uno sciopero generale. Inoltre in quei giorni il governo inviò a presidiare la città una truppa di circa 50.000 militari. Isolati a livello nazionale e sotto la minaccia delle armi, gli operai di Torino dovettero capitolare: la vertenza si chiuse con un concordato che prevedeva un forte ridimensionamento dei Consigli di fabbrica. Lo sciopero terminò così il 24 aprile senza che i lavoratori coinvolti avessero visto riconosciute le proprie richieste, fra cui il riconoscimento, da parte degli industriali, dei Consigli di fabbrica. Antonio Gramsci, dalla rivista L'Ordine Nuovo, ammise la momentanea sconfitta:
736
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno avvenne lo sciopero delle lancette
i portuali di New York (1920), cui fece immediatamente eco lo sciopero degli operai dell'industria di Torino di marzo-aprile (sciopero delle lancette) per il riconoscimento dei consigli di fabbrica.
737
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu adottata la Legge Acerbo
Giunto al potere alla fine del 1922, Benito Mussolini manifestò subito la volontà di modificare il sistema elettorale per costituirsi una Camera favorevole e di indire nuove elezioni. La legge elettorale del 18 novembre 1923, n. 2444, meglio nota come legge Acerbo (dal nome del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giacomo Acerbo, che ne fu l'estensore materiale), rispose a questa esigenza introducendo un sistema che prevedeva l'introduzione nel territorio dello Stato del Collegio Unico nazionale attribuendo due terzi dei seggi alla lista che avesse riportato la maggioranza relativa (purché superiore al 25%), mentre l'altro terzo sarebbe stato ripartito proporzionalmente tra le altre liste di minoranza su base regionale e con criterio proporzionale. Questa normativa fu impiegata nelle elezioni politiche italiane del 1924.
738
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu adottata la Legge Acerbo
Le elezioni politiche del 1924 si sono svolte il 6 aprile 1924. Avevano diritto di voto tutti i cittadini maggiorenni di sesso maschile. Furono le uniche elezioni disciplinate dalla cosiddetta "legge Acerbo" (n. 2444 del 18 novembre 1923), proporzionale con premio di maggioranza.
739
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu adottata la Legge Acerbo
In base alla nuova legge elettorale (legge 18 novembre 1923 n. 2444, nota come "legge Acerbo"), alla lista che avesse ottenuto la maggioranza relativa dei voti a livello nazionale - purché avesse almeno il 25% - venivano assegnati i 2/3 dei seggi in tutte le circoscrizioni (ciò significava l'elezione in blocco di tutti i candidati della lista, essendo essi 356), mentre gli scranni rimanenti erano assegnati alle altre liste in proporzione ai voti ottenuti e secondo ordine di preferenza personale. Il Listone comunque ottenne solo 355 seggi su 356, a causa della sopravvenuta morte di uno dei suoi candidati, Giuseppe De Nava.
740
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu adottata la Legge Acerbo
La legge 18 novembre 1923, n. 2444 - nota come Legge Acerbo (dal nome del deputato Giacomo Acerbo che redasse il testo) - fu una legge elettorale del Regno d'Italia, adottata dal Regno nelle elezioni politiche italiane del 1924.
741
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu adottata la Legge Acerbo
Il disegno di legge, redatto dall'allora sottosegretario alla presidenza del consiglio Giacomo Acerbo, fu approvato il 4 giugno 1923 dal Consiglio dei ministri presieduto da Mussolini. Il successivo 9 giugno venne presentato alla Camera dei Deputati e sottoposto all’esame di una commissione – detta dei “diciotto” – nominata dal presidente Enrico De Nicola, secondo il criterio della rappresentanza dei gruppi.
742
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu adottata la Legge Acerbo
Legge Acerbo (dal nome dell'omonimo deputato che redasse il testo)Paul Ginsborg, Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi, Torino, Einaudi, 1989, p.190 fu la legge elettorale italiana approvata il 18 novembre 1923 con il n. 2444 e adottata dal Regno d'Italia nelle elezioni del 1924.
743
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu adottata la Legge Acerbo
La legge venne abrogata nel 1923 con l'entrata in vigore della cosiddetta legge Acerbo.
744
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu adottata la Legge Acerbo
la legge Acerbo del 1923, con premio di maggioranza alla lista che superava il 25% dei voti;
745
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu adottata la Legge Acerbo
Per tali motivi sono state trovate delle analogie con la legge truffa del 1953. e con la Legge Acerbo del 1923
746
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu firmato il trattato tra Etiopia ed Italia
Trattato italo-etiope del 1928 · Trattato di Losanna (1912) · Trattato di Losanna (1923) · Accordo franco-italiano · Patto Hoare-Laval · Trattato di Uccialli
747
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu istituita l'NDH
L'istituzione dell'NDH fu proclamata il 10 aprile 1941 da Slavko Kvaternik, deputato leader degli Ustascia. Il capo dello Stato era Ante Pavelić. Sulla carta, lo Stato Indipendente di Croazia era una monarchia, ma il re, Aimone di Savoia, quarto duca d'Aosta (fratello del viceré d'Etiopia Amedeo) della casa di Savoia, che assunse il nome di Tomislavo II (come Tomislav, primo re croato nel 925), non aveva potere effettivo e non mise mai piede sul territorio dell'NDH. Non avendo nessuna esperienza politica e non essendo a conoscenza dei piani esatti del governo italiano, Aimone-Tomislao rifiutò di partire per la Croazia; lo scrisse chiaramente in una lettera a Vittorio Emanuele e in un'altra indirizzata a Mussolini, nella quale asserì che la risoluzione territoriale dalmata, «terra che non si sarebbe mai potuta italianizzare», era un ostacolo a qualsiasi riconciliazione con i croati: Aimone non accettò di diventare re di una nazione amputata dall'Italia e passò alla storia come il «re che non fu mai».
748
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno fu istituita l'NDH
Il 6 aprile 1941 il Regno di Jugoslavia fu invaso dalle forze dell'Asse e Pavelić divenne il capo dello Stato Indipendente di Croazia (NDH), comprendente anche la Bosnia ed una piccola parte della Serbia, di fatto dipendente dalla Germania e dall'Italia fascista, da cui riprese le istituzioni. La corona di Croazia venne offerta ad Aimone di Savoia-Aosta, che la cinse con il nome Tomislavo II, anche se non mise mai piede nella terra di cui era re. Gli italiani, inoltre, si erano annessi buona parte della costa dalmata, mentre i tedeschi esercitavano il pieno controllo militare sulla zona settentrionale.
749
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
I rapporti tra Fascismo ed ebrei, già resi difficili e precari dalle leggi razziali del 1938, subì un ulteriore degrado dopo la costituzione della Repubblica Sociale Italiana. Il Manifesto di Verona stabilì infatti all'articolo 7 che: «Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica».
750
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Gli omosessuali, un altro gruppo perseguitato dalle politiche del governo nazista di Hitler, non furono perseguitati ufficialmente dal governo fascista in quanto tali. Più di trecento persone furono allontanate, soprattutto dopo la promulgazione delle leggi razziali nel 1938; di questi, 42 erano di Catania, ove il questore Molina fu tra i pochi ad applicare effettivamente tale legge, invece assai meno applicata altrove.
751
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Nel 1938, all'apice del consenso popolare del regime, che aveva ottenuto la firma del Manifesto della razza da parte di grandi esponenti della cultura italiana tra cui il futuro padre costituente Amintore Fanfani, il Re firmò le leggi razziali del governo fascista, che introdussero discriminazioni nei confronti degli Ebrei. Di formazione liberale, Vittorio Emanuele avversò, sia pur non pubblicamente, queste disposizioni che cancellavano uno dei più notevoli apporti di Casa Savoia al Risorgimento Italiano, il principio di non discriminazione e di parità di trattamento dei sudditi indipendentemente dal culto professato stabilito nel 1848. In effetti, l'attuazione delle leggi razziali fu alla base di un ulteriore inasprimento dei rapporti tra la Corona e il Duce, sempre più stanco degli ostacoli frapposti dalla prima (rimasta l'unico serio freno-opposizione insieme alla Chiesa cattolica) e intenzionato a cogliere il momento opportuno per instaurare un regime repubblicano.
752
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Mussolini inizialmente aveva espresso disapprovazione nei confronti della politica razzista espressa dal nazionalsocialismo. Tuttavia, a partire dal 1938, in concomitanza dell'alleanza con la Germania, il regime fascista promulgò una serie di decreti il cui insieme è noto come leggi razziali, che introducevano provvedimenti segregazionisti nei confronti degli ebrei italiani e dei sudditi di colore dell'Impero.
753
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Nel 1938 Mussolini fece promulgare da re Vittorio Emanuele III le leggi razziali antisemite, che non avevano precedenti in Italia. Con la promulgazione di un insieme di provvedimenti legislativi e normativi noto come Provvedimenti per la difesa della razza, secondo autorevoli testimoni quali Galeazzo Ciano redatte in gran parte da Mussolini in persona, il fascismo si dichiarò esplicitamente anche antisemita e, anche se non fu realizzato alcun intento di sterminio fino al 1943 (quando l'Italia venne occupata dall'esercito nazista), gli ebrei furono allontanati dalla vita pubblica, spesso privati del lavoro ed esposti a varie forme di vessazione.
754
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Le leggi razziali fasciste sono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi (leggi, ordinanze, circolari, ecc.) applicati in Italia fra il 1938 e il primo quinquennio degli anni quaranta, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana.
755
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Sono dunque molti i decreti che, tra l'estate e l'autunno del 1938, sono firmati da Benito Mussolini in qualità di capo del Governo e poi promulgati da Vittorio Emanuele III. Tutti tendenti a legittimare una visione razzista della cosiddetta questione ebraica. L'insieme di questi decreti e dei documenti sopra citati costituisce appunto l'intero corpus delle leggi razziali.
756
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
A partire dal 5 settembre 1938, una serie di disposizioni legislative, le cosiddette "leggi razziali fasciste leggi razziali", introducono una serie di pesanti discriminazioni nei confronti degli ebrei, che, tra l'altro, vengono espulsi da ogni incarico nella pubblica amministrazione (e quindi anche dall'insegnamento nelle scuole e nelle università), e non possono accedere ad alcune professioni come quella di notaio e di giornalista.
757
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Questo clima mutò nel 1938, quando furono promulgate le leggi razziali fasciste.
758
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Annamaria Colombo, La spoliazione dei beni degli ebrei in Italia in seguito alle leggi razziali del 1938 e le relative restituzioni. Università degli Studi di Milano, Facoltà di Giurisprudenza, Sociologia del Diritto, Tesi di laurea. Anno accademico 2001-2002
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Gentile, personalmente, non condivide le leggi razziali del 1938, come si evince da un carteggio con Benvenuto Donati durato per tutto il periodo tra il 1920 ed il 1943. Tuttavia nel 1938 compare come firmatario del Manifesto della razza, pubblicato sui giornali, in appoggio alle leggi razziali stesse appena emanate, insieme a molti altri intellettuali.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
le leggi razziali fasciste, promulgate in Italia nel 1938-1939
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Di origine ebraica, Liliana Segre visse insieme a suo padre e i nonni paterni; sua madre era morta quando lei non aveva ancora compiuto un anno. In seguito alle leggi razziali fasciste, introdotte nel 1938, venne espulsa dalla scuola.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
In Italia la situazione per gli ebrei divenne problematica con la proclamazione delle leggi razziali che entrarono in vigore nel 1938. In quello stesso anno la Società Psicoanlitica Italiana viene sciolta d'autorità.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno furono indette le leggi razziali
Secondo il censimento del 1938, anno di entrata in vigore delle leggi razziali, risultavano iscritti nei registri comunali 2.263 ebrei residenti, cui andavano aggiunti 350 ebrei stranieri provenienti dalla Germania e dall'Est europeo. .
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In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
Mussolini ad ogni modo avrebbe potuto rifiutarsi di seguire in guerra la Germania, a causa della mancata consultazione dell'Italia prima dell'invasione della Polonia e della mancata comunicazione del patto Ribbentrop-Molotov, che poteva essere denunciata come una violazione dell'obbligo di consultazione permanente contenuto nel Patto d'Acciaio. Dopo nove mesi di forzata "non belligeranza", Mussolini entrò in conflitto al fianco della Germania nel giugno 1940. Dopo due mesi, la Germania perdeva la Battaglia d'Inghilterra.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
Il 29 maggio 1940, Benito Mussolini convocò a Palazzo Venezia il maresciallo Badoglio e tutto lo stato maggiore dell'esercito, in una riunione segreta, comunicando la decisione di entrare in guerra a fianco della Germania. Il 10 giugno successivo l'Italia dichiarava guerra alla Francia e al Regno Unito e, contestualmente, Vittorio Emanuele III firmava il decreto che conferiva a Benito Mussolini il comando operativo di tutte le Forze Armate. Pare ormai acclarato che tale delega sia stata proposta dallo stesso Badoglio.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
Successivamente allo scoppio della II guerra mondiale, l'Italia a causa della propria incapacità militare proclama lo stato di non belligeranza. Nel 1940 Mussolini, che da più parti era stato consigliato di non entrare in guerra, decide lo stato di guerra dell'Italia a fianco della Germania, convinto della brevità della guerra e dalla velocità di conquista dei vari territori europei da parte della Germania. Si susseguono tuttavia gli insuccessi italiani, e questo compromette il rapporto fra popolo e fascismo.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
Nel 1940, Vittorio Emanuele III, anche se personalmente contrario all'entrata in guerra al fianco della Germania nazista, non si oppose alla scelta di Mussolini. Nel 1943 la guerra volse al peggio per l'Asse, dunque il Re, pressato dalle gerarchie militari, destituì Mussolini, sostituendolo con il maresciallo Pietro Badoglio, in seguito al pronunciamento del Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
Nel 1940 l'Italia fu alleata con la Germania nazista nella Seconda guerra mondiale contro Francia e Regno Unito, dichiarando nel 1941 guerra alla Unione Sovietica e con l'Impero giapponese agli Stati Uniti d'America. Mussolini credeva infatti in una guerra lampo a favore della Germania di Hitler da cui poter trarre vantaggi come alleato. Il 10 giugno 1940 l'Italia entrò quindi in guerra. I primi scontri ebbero luogo il 21 giugno sulle Alpi, contro la Francia, ormai attaccata dai tedeschi con la tattica del blitzkrieg, che portò allo Stato fascista italiano la sola conquista di una piccola striscia nel sud del Paese, riportando i confini a prima del 1850, con l'esclusione di Nizza. Tra agosto e settembre cominciarono le operazioni nell'Africa. Il 3 agosto venne attaccata la Somalia Britannica, che venne conquistata il 19 agosto.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
A seguito dell'avvicinamento tra Italia fascista e Germania nazista, simboleggiato dalla nascita dell'Asse Roma-Berlino dell'ottobre 1936 e della firma del Patto d'Acciaio del 22 maggio 1939, il 10 giugno 1940 Mussolini dichiarò guerra a Francia e Gran Bretagna, schierandosi a fianco dei tedeschi nella seconda guerra mondiale. Il Re aveva inizialmente espresso il proprio parere contrario alla guerra sia perché conscio dell'impreparazione militare italiana, sia perché da sempre filo-britannico e avverso alle politiche della Germania nazista. Nei mesi precedenti, Vittorio Emanuele III, tramite il ministro della Real Casa Acquarone, aveva messo in atto un tentativo di rovesciare Mussolini; la legalità formale sarebbe stata salvaguardata ottenendo un voto di sfiducia dal Gran consiglio del fascismo e Ciano, che rifiutò, sarebbe stato chiamato a guidare il nuovo governo. Lo schema sarebbe stato ripreso tre anni dopo a guerra ormai persa.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
Di fronte agli straordinari e inaspettati successi della Germania nazista tra l'aprile e il maggio del 1940, Mussolini ritiene che gli esiti della guerra siano oramai decisi, e, sia per poter ottenere eventuali compensi territoriali, sia per timore di un'eventuale invasione nazista dell'Italia se quest'ultima non si fosse schierata apertamente al fianco della Germania ( ), il 10 giugno dichiara guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Alla contrarietà e alle rimostranze di alcuni importanti collaboratori e militari (fra cui Pietro Badoglio, Dino Grandi, Galeazzo Ciano e il generale Enrico Caviglia) Mussolini avrebbe risposto:
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
Frase pronunciata da Benito Mussolini il 10 giugno del 1940 nel celebre discorso con cui il duce annunciò l'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista. È una versione più roboante de "il dado è tratto": è arrivato il momento di prendere decisioni fondamentali, che in seguito non potranno essere più cambiate.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
L'Italia, che sino ad allora era rimasta alla finestra, il 10 giugno 1940 entra nel conflitto mondiale al fianco della Germania. Mussolini era talmente sicuro che si sarebbe trattato di una "guerra lampo", che annunciò anche che i calciatori sarebbero rimasti a casa, sostenendo che "Servono più sui prati che all'esercito".
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
Dal 1935 Mussolini accentua la sua politica estera aggressiva attraverso la conquista dell'Etiopia, la proclamazione dell'Impero coloniale italiano, l'intervento nella guerra civile spagnola e l'occupazione dell'Albania; nel maggio 1939 firma il patto d'Acciaio che sancisce l'alleanza alla Germania nazista di Adolf Hitler al cui fianco l'Italia entrerà in guerra, dopo un iniziale periodo di non belligeranza, il 10 giugno 1940 contro Francia e Regno Unito. Nel 1941 viene dichiarata guerra anche all'Unione Sovietica e, con l'Impero giapponese, agli Stati Uniti.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
Mussolini ad ogni modo avrebbe potuto rifiutarsi di seguire in guerra la Germania, a causa della mancata consultazione dell'Italia prima dell'invasione della Polonia e della mancata comunicazione del patto Ribbentrop-Molotov, che poteva essere denunciata come una violazione dell'obbligo di consultazione permanente contenuto nel Patto d'Acciaio. Dopo nove mesi di forzata "non belligeranza", Mussolini entrò in conflitto al fianco della Germania nel giugno 1940. Dopo due mesi, la Germania perdeva la Battaglia d'Inghilterra.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
Il 29 maggio 1940, Benito Mussolini convocò a Palazzo Venezia il maresciallo Badoglio e tutto lo stato maggiore dell'esercito, in una riunione segreta, comunicando la decisione di entrare in guerra a fianco della Germania. Il 10 giugno successivo l'Italia dichiarava guerra alla Francia e al Regno Unito e, contestualmente, Vittorio Emanuele III firmava il decreto che conferiva a Benito Mussolini il comando operativo di tutte le Forze Armate. Pare ormai acclarato che tale delega sia stata proposta dallo stesso Badoglio Benito Mussolini, Storia di un anno: il tempo del bastone e della carota, Mondadori, Milano, 1945 .
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania
A seguito dell'avvicinamento tra Italia fascista e Germania nazista, simboleggiato dalla nascita dell'Asse Roma-Berlino dell'ottobre 1936 e della firma del Patto d'Acciaio del 22 maggio 1939, il 10 giugno 1940 Mussolini dichiarò guerra a Francia e Gran Bretagna, schierandosi a fianco dei tedeschi nella seconda guerra mondiale. Il Re aveva inizialmente espresso il proprio parere contrario alla guerra sia perché conscio dell'impreparazione militare italiana, sia perché da sempre filo-britannico e avverso alle politiche della Germania nazista. Nei mesi precedenti, Vittorio Emanuele III, tramite il ministro della Real Casa Acquarone, aveva messo in atto un tentativo di rovesciare Mussolini; la legalità formale sarebbe stata salvaguardata ottenendo un voto di sfiducia dal Gran consiglio del fascismo e Ciano, che rifiutò, sarebbe stato chiamato a guidare il nuovo governo1940, quando il re progettò il golpe contro Mussolini. Lo schema sarebbe stato ripreso tre anni dopo a guerra ormai persa.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Che cosa l'Italia voleva ottenere con la pace di Versailles
Uno dei tentativi di creare un Impero coloniale oltre il Corno d'Africa era quello di un'espansione che andasse dal mar Mediterraneo al golfo di Guinea. Il progetto non venne mai esplicitato pubblicamente, ma fu chiaro durante le trattative per il Trattato di Versailles (1919), dopo la prima guerra mondiale, che causò frizioni diplomatiche con la Francia. Per realizzare questa intenzione, avendo già formale possesso della Libia, il corpo diplomatico italiano chiese di avere la colonia tedesca del Camerun e cercò di ottenere, come compenso per la partecipazione alla guerra mondiale, il passaggio del Ciad dalla Francia all'Italia. Il progetto fallì quando il Camerun venne assegnato alla Francia e l'Italia ottenne solamente l'Oltregiuba, oltre a una ridefinizione dei confini tra la Libia e ed il Ciad, possedimento francese.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Che cosa l'Italia voleva ottenere con la pace di Versailles
I cosiddetti "quattro grandi" sapevano ancor prima di incontrarsi di voler punire la Germania. La Francia voleva vendetta, il Regno Unito voleva una Germania relativamente forte economicamente per controbilanciare il predominio continentale della Francia, gli Stati Uniti, invece volevano la creazione di una pace permanente il più in fretta possibile, così come la distruzione dei vecchi imperi, mentre l'Italia era desiderosa di poter ampliare i propri possedimenti coloniali e completare, finalmente, l'opera risorgimentale con l'annessione delle terre italiane sotto il dominio Austroungarico. Il risultato fu un compromesso che non lasciò nessuno soddisfatto:
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
Che cosa l'Italia voleva ottenere con la pace di Versailles
Il progetto non venne mai esplicitato pubblicamente, ma fu strategicamente chiaro durante le trattative per il Trattato di Versailles (1919) e causò frizioni diplomatiche con la Francia. Per realizzare questo progetto, avendo già formale possesso della Libia, il corpo diplomatico italiano chiese di avere la colonia tedesca del Camerun (o quella del Togo) e cercò di ottenere, come compenso per la partecipazione alla guerra mondiale, il passaggio del Ciad dalla Francia all'Italia.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno si è svolto il terzo campionato mondiale di calcio
Il campionato mondiale di calcio 1938 o Coppa del Mondo Jules Rimet del 1938 (Coupe du monde de football de 1938) è stata la terza edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno si svolse la battaglia di Caporetto
Lo scontro, che cominciò alle ore 2:00 del 24 ottobre 1917 , rappresenta la più grave disfatta nella storia dell'esercito italiano, tanto che, non solo nella lingua italiana , ancora oggi il termine Caporetto viene utilizzato come sinonimo di sconfitta disastrosa.
782
Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno si svolse la battaglia di Caporetto
Le giovanissime reclute appena diciottenni del '99 sono da ricordare in quanto nella prima guerra mondiale, dopo la disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917), in un momento di gravissima crisi per il Paese e per il Regio Esercito, rinsaldarono le file sul Piave, del Grappa e del Montello, permettendo all'Italia la riscossa nel '18 a un anno esatto da Caporetto con la battaglia di Vittorio Veneto e quindi la firma dell'armistizio di Villa Giusti da parte dell'Impero austro-ungarico. A partire dal primo dopoguerra, il termine "ragazzi del '99" si radicò ampiamente nella storiografia e nella pubblicistica italiana da entrare nell'uso comune per riferirsi a tutti i militari nati nel 1899.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno si svolse la battaglia di Caporetto
Nell'ottobre 1917 partecipò alla rotta di Caporetto, di cui avrebbe sempre serbato un ricordo vivissimo. Dopo aver trascorso l'ultimo anno del conflitto nel settore del Pasubio, durante il quale venne anche nominato tenente, il 4 novembre 1918 fece ingresso a Trento alla testa del suo plotone di mitraglieri.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno si svolse la battaglia di Caporetto
Nell'autuno 1917 la 12. Division venne trasferita insieme ad altre unità tedesche, sul fronte italiano dove svolse un ruolo decisivo nella battaglia di Caporetto; furono i soldati slesiani di questa divisione che il 24 ottobre avanzarono in profondità nella nebbia lungo il fondovalle dell'Isonzo e raggiunsero, dopo una sorprendente marcia di oltre 20 chilometri in poche ore, la cittadina di Caporetto, sfondando completamente il fronte italiano e seminando il panico e la confusione tra i reparti nemici di retrovia.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno si svolse la battaglia di Caporetto
1917 – Prima guerra mondiale: inizia la battaglia di Caporetto
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno si svolse la battaglia di Caporetto
Di origine sveva, dimostrò grandi doti di comando già nella prima guerra mondiale dove con il grado di tenente, ricevette la più alta decorazione al valore per i risultati raggiunti con il suo reparto di truppe da montagna durante la battaglia di Caporetto nel 1917.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno si svolse la battaglia di Caporetto
Dodicesima battaglia dell'Isonzo - 24 ottobre–7 novembre 1917 conosciuta anche come battaglia di Caporetto
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che anno si svolse la battaglia di Caporetto
Cimitero dove sono sepolti soldati italiani catturati dai tedeschi dopo la Battaglia di Caporetto il 24 ottobre 1917.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che città del Belgio avvennero stragi di civili nel 1914 da parte dei soldati tedeschi
Moltissimi civili perirono a causa di crimini di guerra, rappresaglie e persecuzioni razziali all'interno dei diversi paesi entrati in guerra; il diritto internazionale umanitario e la convenzione dell'Aia del 1907 furono ripetutamente violate durante il conflitto e solo la relativa ridotta estensione delle regioni occupate pose un freno alle stragi. I dettami di Carl von Clausewitz, che consigliava una certa pressione sulle popolazioni invase affinché si potesse ottenere la resa dell'avversario, vennero applicati dall'esercito tedesco quando irruppe nel Belgio e in Francia settentrionale nel 1914: l'uccisione di parecchie centinaia di civili si verificò in varie località belghe come Sambreville, Seilles, Dinant e Lovanio, oltre che nei distretti francesi nord-orientali. I soldati tedeschi, colpiti da franchi tiratori civili (un'esperienza già vissuta nella guerra franco-prussiana del 1870) e suggestionati da non verificabili dicerie circa loro commilitoni accoltellati alle spalle o torturati mentre erano feriti e inermi, si ostinarono a combattere con ferocia ogni atto da loro giudicato "illegale"; durante l'avanzata in Belgio, durata un mese, fecero oltre 5.000 vittime tra i civili.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
Nonostante la concorrenza del Fronte dell'Uomo Qualunque, le elezioni del 1948 si risolsero infine con la vittoria della Democrazia Cristiana, e la bruciante, inaspettata, sconfitta del Fronte Popolare: questo non era andato al di là della somma dei voti del PSI e del PCI ottenuti nel 1946. La sconfitta in casa comunista fu mal digerita; il malcontento esplose all'improvviso in occasione di un attentato a Togliatti il 14 luglio 1948, quando alla notizia della sua presunta morte ci furono sollevazioni in tutte le città italiane che reclamavano la destituzione del governo De Gasperi democraticamente eletto. Togliatti tuttavia non morì, venendo salvato dai medici; fu provvidenziale un suo stesso annuncio alla radio in cui invitava i "compagni" a deporre le armi.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
L'attentato a Palmiro Togliatti del 1948 costituì l'occasione per una scissione e per la nascita di CISL e UIL. La scissione, promossa da sindacalisti cattolici democratici guidati da Giulio Pastore, futuro leader della CISL, era dovuta al fatto che nella CGIL, sin dai primi mesi dopo la sua ricostituzione, avevano iniziato a prevalere orientamenti politici di carattere socialista e comunista, orientati più verso il PCI ed il PSI, che verso gli altri partiti politici.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
La sconfitta in casa comunista tuttavia fu mal digerita; il malcontento che covava esplose all'improvviso in occasione di un attentato a Togliatti il 14 luglio 1948. Alla notizia della sua presunta morte ci furono sollevazioni in tutte le città italiane che reclamavano la destituzione del governo De Gasperi democraticamente eletto. La situazione cominciò a precipitare, si contarono diversi morti e quasi un migliaio di feriti, ma Togliatti non morì, venendo salvato dai medici; fu provvidenziale un suo stesso annuncio alla radio in cui invitava i "compagni" a deporre le armi. Nello stesso giorno giunse la notizia di una grande impresa compiuta dal ciclista Gino Bartali, le cui gesta dividevano gli italiani tra suoi fan e sostenitori di Fausto Coppi.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
Sopravvissuto ad un attentato nel 1948, Togliatti morì nel 1964, durante un periodo di vacanza che stava trascorrendo in Crimea sul Mar Nero, nell'allora Unione Sovietica.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
Alle 11.30 del 14 luglio 1948 Togliatti subì un attentato: fu colpito da tre colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata mentre usciva da Montecitorio in compagnia di Nilde Iotti (giovane membro del Pci eletta alla Costituente, con la quale aveva intrecciato una relazione nel 1946, quando la Iotti aveva 26 anni).
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
Il suo nome è legato all'attentato che egli compì il 14 luglio 1948 contro Palmiro Togliatti.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
3. In una situazione internazionale così pericolosa gli imperialisti non rifuggono dall'organizzare attentati contro i dirigenti dei PC. Per quanto la vigilanza sia atti va, non si può mai essere sicuri nei paesi capitalisti dagli attentati. Togliatti ne ha subiti due nel corso di due anni. Uno, quello del 14 luglio 1948, l'altro, quello di Ivrea di alcuni mesi or sono. Stalin era persuaso che l'incidente automobilistico di Ivrea non era un incidente, ma un attentato. Egli diceva che quel camion volutamente aveva sbarrato la strada. Affermava che noi eravamo degli ingenui a non pensare a queste cose, che non sapevamo come, con quale abilità gli attentati venivano organizzati. Conclusione, per tutti questi motivi Togliatti doveva essere messo al sicuro e lavorare all'estero, almeno per un certo periodo di tem-po. Poi si sarebbe visto a seconda dello sviluppo della situazione internazionale.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
La sconfitta in casa comunista tuttavia fu mal digerita; il malcontento che covava esplose all'improvviso in occasione di un attentato a Togliatti il 14 luglio 1948. Alla notizia della sua presunta morte ci furono sollevazioni in tutte le città italiane che reclamavano la destituzione del governo De Gasperi democraticamente eletto. La situazione cominciò a precipitare, si contarono diversi morti e quasi un migliaio di feriti,Quella sottile linea rossa. L'attentato a Palmiro Togliatti, a cura di G. Calore, 14 aprile 2010.A. Ciaralli, "Liberare le carceri, arrestare treni e tram". Il "Piano K", un documento dell'attività insurrezionale del PCI?, in Segni per Armando Petrucci, Roma 2002, pp. 60-119; cfr. anche Carlo Maria Lomartire, Insurrezione. 14 luglio 1948: l'attentato a Togliatti e la tentazione rivoluzionaria ma Togliatti non morì, venendo salvato dai medici; fu provvidenziale un suo stesso annuncio alla radio in cui invitava i "compagni" a deporre le armi.Marco Innocenti, 14 luglio 1948: l'attentato a Togliatti, da un inserto de Il Sole 24 Ore. Nello stesso giorno giunse la notizia di una grande impresa compiuta dal ciclista Gino Bartali, le cui gesta dividevano gli italiani tra suoi fan e sostenitori di Fausto Coppi.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
L'attentato a Togliatti. 14 luglio 1948. Il PCI tra insurrezione e programma democratico, Venezia, Marsilio, 1978.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
Nonostante la concorrenza del Fronte dell'Uomo Qualunque, le elezioni del 1948 si risolsero infine con la vittoria della Democrazia Cristiana, e la bruciante, inaspettata, sconfitta del Fronte Popolare: questo non era andato al di là della somma dei voti del PSI e del PCI ottenuti nel 1946. La sconfitta in casa comunista fu mal digerita; il malcontento esplose all'improvviso in occasione di un attentato a Togliatti il 14 luglio 1948, quando alla notizia della sua presunta morte ci furono sollevazioni in tutte le città italiane che reclamavano la destituzione del governo De Gasperi democraticamente eletto.Quella sottile linea rossa. L'attentato a Palmiro Togliatti, a cura di G. Calore, 14 aprile 2010.A. Ciaralli, "Liberare le carceri, arrestare treni e tram". Il "Piano K", un documento dell'attività insurrezionale del PCI?, in Segni per Armando Petrucci, Roma 2002, pp. 60-119; cfr. anche Carlo Maria Lomartire, Insurrezione. 14 luglio 1948: l'attentato a Togliatti e la tentazione rivoluzionaria. Togliatti tuttavia non morì, venendo salvato dai medici; fu provvidenziale un suo stesso annuncio alla radio in cui invitava i "compagni" a deporre le armi.Marco Innocenti, 14 luglio 1948: l'attentato a Togliatti, da un inserto de Il Sole 24 Ore.
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Storia italiana della prima metà del XX secolo
In che data ebbe luogo l'attentato a Togliatti
Il pretesto che la corrente democristiana cercava per scindersi dalla CGIL è fornito dallo sciopero generale che la Confederazione proclamò a seguito dell'attentato a Palmiro Togliatti, il capo del Partito comunista, avvenuto fuori del Parlamento il 14 luglio 1948.