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195
Infine una sera.
Ci pensi chi deve.
un momento di re- spiro!
vi rammentate?
Andiam d'accordo, amico.
e lo faccio ancora;
c'è tutto l'occorrente.
un vero fiume
Sorprenderle?
Dico che non capisco.
Ed i malesi?
E perché?
Alla mia età?
Ne va matta.
non lo credeva neanche adesso;
--Non lo sapranno che poi;
- questi gridò.
che fai
--disse Tuccio di Credi.
più pulita.
--Non sarebbe stato cavaliere.
Tu lo sapevi?
Ma che fu?
Non le pare
--disse il Martorana.
In casa mia!
nei tempi andati.
Vedremo
ma non mi riesce.
poi domandò:
Lo sapevi prima?
E altro
E la sorella?
--mi gridò egli stizzito.
Tira e tira,
--Al polo artico?
Come si sta bene qui!
non so leggere.
Capisci? Io.
Volete altri piatti?
Mai peggio di così!
Partenza!
Aspettare dal governo!
Si guarda le mani;
- D'accordo
nè voglio leggerla!
Francesco.
all'anima di quello!
e disse:
--Gliel'avevo fatto sperare;
Lascia andar me.
Ecco il fatto.
--È forse possibile?
— le gridava don Paranza.
- Non mi fa nulla.
Ed ella per lui?
Volgo gli occhi;
--interruppe il priore.
Lo dice Tuccio di Credi.
Pure è naturalissima.
non sapeva da chi;
Non sono piú quella
È male, non dico di no;
Stanno bene le mie dame?
Questo ci pensa.
--I vostri, padre mio.
Voglio te!
Si prova da capo;
ed anche le sue risposte.
. E poi fa il suo interes- se.
- M'ha stretta la mano!
--Io so quel che so;
Ma il prete disse:
in modo stretto
- Magnifica proposta!
Non ne aveva.
- ho risposto.
- Egli non può.
--Non dico di no.
E dove ci troviamo noi?
alla grazia!
--Dica su, dunque!
Il sangue, poi!
Ritornerà
— Va bene.
Chi era quel doganiere?
Non dissi nulla.
Ecco quello che temo.
Quale? chiese Toby.
Veda che razza di matti!
--È là, sul terrazzo.
Tanto per tua norma.
Ecco quello che bisogna fare!
dal Duomo a bottega;
Ma invano. —
felice?
--Vi faccio osservare.
--Non sono stata io;
gli gridava la mo- glie.